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Data Pubblicazione: giovedì 07 aprile 2016
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Verso una nuova primavera dell'Università a Palermo

In concomitanza con l’inizio della primavera, a Palermo gli studenti universitari hanno deciso di mettere in pratica l’evento organizzato da Crui “Verso una nuova primavera dell’Università”, dedicato al rinnovo, sotto forma di protesta, per lo stato e i servizi offerti da tutte le università italiane, spesso in un vero e proprio stato di degrado. Gli studenti palermitani si sono, così, riuniti sulla scalinata del Teatro Massimo, esponendo dei cartelloni in segno di protesta.

Siamo tutti a conoscenza del fatto che l’Italia non dia abbastanza opportunità all’istruzione, spesso lasciando le istituzioni andare in malora, senza che il Governo faccia qualcosa per porre rimedio alla triste situazione.

Per invitare lo Stato italiano a porre più attenzione ai bisogni universitari, soprattutto per quanto riguarda gli studenti, i ragazzi di Palermo si sono riuniti il 21 marzo sulle scalinate del Teatro Massimo, facendo lezione di architettura tecnica sulla storia del teatro, presieduta dal docente Giovanni Fatta.

Il professore ha spiegato che, negli ultimi anni, abbiamo assistito alla diminuzione di ben 500 docenti, cosa che ha influito sul futuro dei ragazzi, per i quali, dice Fatta, bisogna avviare un’offerta formativa e permettere l’assunzione di nuovi insegnanti, in maniera particolare tra i giovani, anche senza tanti anni di esperienza.

Gli studenti hanno mostrato, in segno di protesta, degli striscioni con su scritto tutti i problemi riguardanti l’istruzione universitaria. Inoltre, hanno indossato delle lenzuola bianche come dei fantasmi, distribuito dei volantini e dato delle lezioni pubbliche al fine di invitare gli studenti a proseguire la frequentazione delle scuole nel Sud, invece di trasferirsi nelle università

settentrionali. L’evento si è concluso con la consegna delle lauree nel Palazzo delle Aquile.
Ancora una volta, purtroppo, l’Italia dimostra come, a livello di atenei, sia ancora molto indietro rispetto ad altri paesi europei. Dobbiamo assolutamente colmare il gap, il più presto possibile.

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